domenica 25 marzo 2012

Perù

Nessuno è straniero nella mia città





 
Alberghiero Don Calabria

Chef Alessandro Tannoia


 



Grande giornata di formazione interculturale all'Alberghiero Don Calabria, tramite l'associazione le Fate,

Un percorso di 5 lezione dove donne di paesi diversi vengono ad educarci noi docenti e studenti, sulla loro cultura i prodotti e le tradizioni locali.

Le cucine trattate:  Rumena,  Perù, Marocco, Thailandia e del Togo.


Per info: Associazione le Fate Onlusvia Quinzano, 22 (vicino all’ospedale di Borgo Trento) VR
tel: 045.913627 - cell. 348.8583744 - fax. 045.2226218

Ringrazio l'Associazione le fate per la possibilità di pubblicare le loro ricette e la loro storia, oltre la bellissima attivita fatta con i ragazzi dell'Alberghiero Don Calabria.


 

Causa con verdure





Historia de la causa limeña
La causa di Lima è un piatto tipico della cucina del Perù che ha origini precolombiane già che nel Perù antico era preparato con patate gialle impastate e condite con  peperoncino schiacciato.
Al tempo del vicereame fu aggiunto il limone, e così si presenta  nella sua forma attuale sia nella presentazione tipica che negli ingredienti utilizzati.
La causa è preparata con  patata gialla, limone, pepe, lattuga, mais, formaggio, uova sode, avocado e olive nere. La preparazione può avere diverse varianti come la causa ripiena di tonno, pollo, frutti di mare o di altre carni bianche e verdure. Viene servita in un bagno di maionese leggera.
In tempo di guerra con il Cile, le coraggiose donne  peruviane pensavano a qualche maniera per aiutare quei soldati che difendevano il Paese. Organizzarono una raccolta di ciò che volontariamente si poteva ottenere, cercando di combinare gli ingredienti: mais, piselli, e carote tra gli altri. Ovviamente immancabili le patate.
Da tutto questo è venuta l'idea di creare un nuovo piatto che potesse essere venduto e che poteva dare l’aiuto alimentare necessario . Si cossero le patate, si pressarono e si condirono con  peperoncino, limone e olio.
Si ottenne così una pasta omogenea che poteva essere riempita con vari ingredienti.
Il risultato è stato commercializzato attraverso venditrici ambulanti chiamate “vianderas limeñas” che offrivano "Per la Causa", la causa  limeña, dando vita ad un delizioso piatto che tuttora stupisce molti.
Piatto che per la sua semplicità e  varietà ha varcato i confini del Perù, diventando irresistibile.

Ingredienti:
            2 kg di patata gialla peruviana (in alternativa patate di montagna trentine)
            1/3 tazza di peperoncino giallo peruviano (ají amarillo) fresco macinato
            ¾ tazza d’olio di semi di girasole o mais
            ¼ de tazza di succo di lime
            Sale
            Pepe nero
            350 gr di carne bianca (pollo, tonno o polpa di granchio)
            Maionese ben condita nella quantità necessaria
            2 avocadi, sbucciati e tagliati a metà
            1 uovo sodo 
            1 carota pelata e grattugiata 
            200 gr di fagiolini cotti e tagliati
Preparazione:
          Lessare la carne bianca (pollo o granchio) in brodo vegetale; poi sminuzzarla con le mani e metterla in un recipiente e condire con la maionese;
          Lessare i fagiolini e, a fine cottura, metterli in acqua gelata perché mantengano il colore; poi tagliarli a pezzetti di circa 1 cm.
          Pelare la carota e grattugiarla;
          Lessare le patate con sale; a fine cottura, sbucciarle e schiacciarle fino ad ottenere una pasta omogenea;
          Condire la pasta ottenuta con sale, olio, lime e pepe;
          Formare un primo strato di pasta di patata in una teglia;
          Formare un secondo strato con la carne bianca condita con maionese;
          Formare un terzo strato con le verdure;
          Terminare con un ultimo strato di pasta di patata;
          Decorare con maionese e uovo sodo; 
          Lasciare riposare per mezzora nella parte bassa del frigo; poi capovolgere l’impasto in un vassoio e servire tagliando a quadrati.

                                                                                     
                                                                               


In questa occasione mi sono occupato dell'allestimento della sala con la mia classe 2 abbiamo apparcchiato in giardino, messo tutte le preparzioni Peruviane in tavola e abbiamo magniato tutti insieme nel gierdino della scuola.

In cucina il Prof. Chef Cristian Bozzolan con la 2 classe di cucina, hanno preparato i piatti del peru insieme alla cuoca Peruviana.



 
Aji de gallina






Storia del “Aji de Gallina”
Questo piatto, tipico del Perú, ha origini antiche. Come altri cibi peruviani, esso è l’espressione di un processo ricco,  dinamico e complesso dell’incrocio di più popoli.
Gli spagnoli portarono secoli di storia e sapori che furono ricreati per le mani delle donne indigene attraverso l’esperienza di altre donne musulmane di origine araba, arrivate con gli spagnoli,  chiamate “moriscas”, ovvero donne convertite al cattolicesimo intorno al 1500.
Grazie a questo incontro, si produsse un incontro di ricette e prodotti che fecero nascere un lento e complesso processo di nuovi sapori.
L’aji di gallina nacque più o meno tra il 1535 e il 1540, nell’epoca del vicereame peruviano.
Il suo predecessore è il “menjar blanc” o “manjar blanco” descritto dal ricercatore culinario spagnolo Juan Cruz
Come “cibo da cucchiaio delicato per il palato”. Si presentava come una crema densa composta da petto di gallina, riso,
Mandorle, zucchero e da alcuni ingredienti di origini arabe e spagnole.
Il “manjar blanco” così descritto, fu considerato un piatto che la cucina medioevale spagnola portò in Europa.
Si consideri che questo tipo di cucina spagnola ha radici romane; ancora, le ricette romane hanno una forte influenza araba: entrambe le cucine avevano in comune uso e abuso di spezie e aromi, come, per esempio, l’uso dell’acqua di rose. Queste caratteristiche le vediamo nitidamente nei ricettari di Ruperto de Nola, cuoco spagnolo importantissimo a quell’epoca e fortemente influenzato dai sapori arabi. A maggior completezza della conoscenza dell’origine del “manjar blanco”, vediamo che anche nella cucina araba ne esisteva uno chiamato “Tafaya”, i cui ingredienti sono molto simili a quello spagnolo. Anche qui vediamo come queste cucine si confrontarono, si fusero e si ricrearono.

RICETTA
Ingredienti:
4 cucchiai di pasta di peperoncino giallo peruviano (aji amarillo); 1
1 cucchiaio di pasta di peperoncino “Mirasol”;
1 petto di pollo di circa gr. 500;
3 spicchi d’aglio;
4 scalogni;
100 gr di parmigiano grattugiato;
50 gr. di noce di pecana o noce comune;
una tazza di brodo di pollo
due pacchetti di crackers:
½ tazza di latte evaporato;
50 ml. di olio di semi di girasole o mais.
Per la presentazione:
4 patate lesse o riso bianco peruviano (opzionale: utilizzare riso parboiled) 3;
6 olive greche
2 cucchiai di prezzemolo tritato
2 rametti di prezzemolo
PREPARAZIONE
          Preparare un brodo di pollo e lasciarlo raffreddare senza togliere la carne per evitare che perda liquido e si mantenga umida;
          Sfilacciare il pollo
          Frullare i cracker e le noci con il latte evaporato;
          Tagliare gli scalogni  in cubetti di circa ½ centimetro e tritare l’aglio finemente;
amarillo e l’aji mirasol aggiungendo a condimento sale e pepe;
          Quando l’aji amarillo diventa più chiaro, aggiungere il pollo sfilacciato e amalgamare fino ad ottenere un insieme omogeneo;
          Aggiungere poi il preparato di cracker, latte evaporato e noci e amalgamare ancora per due minuti;
          Aggiungere il brodo di pollo fino ad ottenere una consistenza cremosa;
          Aggiungere infine la noce tritata, il parmigiano grattugiato e aggiustare il sale
          Servire con riso o patate e decorare con prezzemolo tritato e rametti interi ed olive greche.


 
Chicha morada
e
open bar all'aperto

Chicha morada “Rinfresco”
Storia
Le sue origini risalgono all’epoca prespagnola, dove era preparata con fini medicinali e, successivamente, cerimoniali. Nel libro “Las Costumbres Antiguas del Perù (trad.  Le antiche usanze del Perù),  Blas Valera scrive che questa bevanda  “si faceva in Perù da  tempi antichissimi come medicinale”, bevanda considerata come regalo  e bibita per celebrare la sua festa.
La chicha morada è una bibita rinfrescante costituita in primis dal mais nero (varietà peruviana culli o ckolli), inseme ad alcuni frutti come ananas o mela cotogna, uniti con spezie (chiodo di garofano) e che, una volta filtrata e prima di servirla, le si aggiunge zucchero, frutta a pezzettini, succo di limone e ghiaccio.
In merito alle sue proprietà medicinali bisogna dire che un recente studio ha segnalato che “le antocianine contenute nel pigmento del mais nero agiscono come antiossidanti nel colon. Inoltre, regola il livello di colesterolo, riduce i livelli di zuccheri, è antinfiammatorio, migliora la circolazione sanguigna, aiuta la rigenerazione dei tessuti e evita la fragilità dei capillari
  Ingredientes :
2 kg di mais nero
 1 ananas grande
 4 limoni
 1 tazza di zucchero
 4 chiodi di garofano
750 gr di mela per cucinare
1 rametto di cannella
5 ½ litri d’acqua
2 lime (o limone)
zucchero a piacere (possibilmente grezzo)

Preparación:
Mettere a bollire in una pentola capiente e a fuoco medio per circa 1 ora e mezza, il mais, l’acqua,  1/4 di ananas, 2 mele, chiodi garofano per 45 minuti
Scolare il tutto, metterle il succo di lime, zucchero, mela e ananas rimanenti tagliati a piccoli cubetti.
Servire fredda.
Nota:
Aggiungere lo zucchero e il limone solamente alla quantità di bevanda che si consuma immediatamente
Il resto non mescolato si può conservare per diversi giorni nel frigo. Opzionale: tagliare la polpa delle mele e dell’ananas in piccoli dadi e aggiungerli alla bevanda.


 

Per info iscrizioni Alberghiero Don Calabria Bovolone

CENTRO POLIFUNZIONALE DON CALABRIA
Via San Marco, 121 - 37138 Verona (Verona)
tel. (+39) 045.818.41.11 -



Le mie considerazioni:


Al livello professionale per uno apprendista Chef è molto importante formarsi su i piatti internazionali.

Nei concorsi Internazionali di cucina vincono spesso chef di altri paesi perchè hanno imparato ad usare la diversita degli ingredienti come una  risorsa infinita di prodotti e gusti creando piatti senza confini.

Ecco il fusion.

Anche nel libro Aroma (Lunedì mattina alle 12 presento le ricette del libro su Telearena alla trasmissione sei a casa e Martedì vi aspetto alla presentazione del libro al Vinitaly allo stand Agrifood alle 12:00, potete scaricare l'invito dai post precedenti,) ho voluto valorizzare il prodotto del territorio formaggio Dop, con ricette e spezie di altri paesi Es: La crema Parmatier alla Casatella Trevigiana con Falafel alla Malva.

Ma lo sai che in Perù esistono più di 500 tipi di patate divese?
Ma lo sai che in perù esistono più di 300 tipi di mais diversi?
Ma lo sai che in Italia e nel modo sono solo alqune 10 di patate e altri tipi di verdura e frutta in uso alimentare e che si tende ad unificare in una sola spece?
Ma lo sai che se questa spece dovesse contaminarsi o ammalarsi, noi restermmo senza la patata e senza frutta o verdura?

E' un caso che natura a creato la Biodiversita negli uomini come nelle piante?

Buona Domenica e buon Vinitaly a tutti.

Ci vediamo.






domenica 18 marzo 2012

Profitterol

Lezioni di cucina francese


Alberghiero Don Calabria

Classi 1°

Chef Alessandro Tannoia





In questi giorni nelle classe prima stò trattando la cucina francese, è un passo fondamentale, conoscere le basi della cucina francese, prima ancora di quella Italiana.

Per chi vuole lavorare in cucina, la gran parte della terminologia tecnica, impasti base e salse e in francese.

Pata Chox, Bignè, Creps, Pata bombe, Sac a poche, pasta sfoglia, pasta brisè, quische lorraine ecc.

In Francia, furono i grandi Chef come Marie-Antonin Careme, che unificarono il patrimonio culinario nazionale, e resero grande la cucina Francese (Da non confodersi con i menu turistici a 30 € di Parigi), lasciando ricette e tecniche scritte, che ancora oggi vengono studiate sui banchi di scuola.

Marie-Antonin Carême, uno dei più grandi e colti cuochi della storia, nacque a Parigi da famiglia poverissima e talmente numerosa (due dozzine di fratelli) che il padre lo abbandonò, dodicenne, su una strada. Non senza avergli offerto – racconta Jean-Francois Revel - un pasto d'addio in trattoria.
"Questi sono gli ultimi soldi che posso spendere per te" gli disse il padre e se ne andò.

Il ragazzo, lungi dallo scoraggiarsi, si trovò lavoro come sguattero, salendo rapidamente tutti i gradini della scala culinaria, fino a diventare cuoco al servizio del ministroTalleyrand , dello zar Alessandro I, di Giorgio IV d'Inghilterra, del barone Rothschild.

In pasticceria la sua influenza fu tale che lui così modesto poteva scrivere: “Quando per poter dimenticare gli invidiosi, vado a spasso per le vie di Parigi, constato con gioia la crescita e il miglioramento dei negozi di pasticcere. Nulla di tutto ciò esisteva prima dei miei lavori e dei miei libri. Come avevo predetto i pasticceri sono diventati molto abili e molto accurati”. Durante la giovinezza egli inventò i grossi torroni, le grosse meringhe, i croccanti, perché secondo lui, la pasticceria aveva già raggiunto il suo apice, e aveva soltanto bisogno di rinnovarsi nella presentazione.

Da ricordare che portò la pasta sfoglia nella sua più piena finezza. Careme introdusse nella cucina, quello che in pittura si chiama il “valore”, cioè fece capire per la prima volta, che i sapori e gli odori devono essere giudicati non in assoluto, ma nei loro reciproci rapporti.

Fu l'ideale del cuoco perfetto, non solamente un'operatore pratico di prim'ordine ma anche uno studioso di storia della gastronomia, e molte delle sue opere fanno ancora oggi testo in materia. Gravemente ammalato, trascorse gli ultimi giorni della sua vita dettando dal letto di dolore le ultime ricette.

Di lui fu detto "morì bruciato dalla fiamma del suo genio e dal carbone dei girarrosti"









Che bello........ vedere ragazzi di 14- 15 anni impegnati a cuocere e farcire bignè preparare ganasc al cioccolato e spadellare crespelle. E come se un pezzo di Francia e di Carem, fosse li, nella bassa di Cerea. (A Settembre siamo a Bovolone, vicinissimi al centro di Verona)

Scheda n.3
Aggiornata il 27/12/2011


 Nome ricetta:
Pasta Chox
Ricetta ideata e provata dallo chef  Alessandro Tannoia


        
Ingredienti: per 30 persone





Kg. 1
FARINA
GR. 500
BURRO
N. 24
UOVA
N. 4
PIZZICO DI SALE
N. 2
BUSTINA DI VANIGLINA
N. 2
BUSTINA DI LIEVITO
L. 2
ACQUA






Preparazione:

METTERE L’ ACQUA IN EBBOLIZIONE IN UNA PENTOLA  ALTA (CASSERUOLA) CON IL BURRO E IL SALE
AGG. TUTTO IN UNA VOLTA LA FARINA SETACCIATA IL LIEVITO E LA VANIGLINA
MESCOLARE BENE IN MODO CHE NON SI FORMINO GRUMI
CONTINUANDO A MESCOLARE CUOCERE IL COMPOSTO FINO A CHE DIVENTI LISCIO E SI STACCA DALLE PARETI DELLA PENTOLA VERSARLO IN UNA TERRINA
LASCIARLO RAFFREDDARE
UNIRE UNA ALLA VOLTA LE UOVA CON LA FRUSTA ELETTRICA  CON L’IMPASTO ANCORA UN PO TIEPIDO
OTTENERE UN IMPASTO GONFIO E MORBIDO
PREPARARSI A PARTE DELLE PLACCHE BAGNATE CON LA CARTA FORNO
CON UNA SACCA DA PASTICCERI (SAC-A-POSCH ) CON BOCCA LISCIA FARE DEI PICCOL BIGNE SULLA BANDA CHE IN COTTURA SI GONFIERANNO.
CUOCERLI IN FORNO PRE RISCALDATO


Finitura:

Caratteristiche organolettiche:

Tempo reale:
Cottura in forno ventilato a 160° per 30- 40 min.




 Scheda n.4
Aggiornata il 10/4/2010


Nome ricetta:
FOTO
Ricetta provata dallo Chef Alessandro Tannoia


Crema pasticcera


2 lt di latte

600 gr. zucchero

200 gr. di farina

10 n° tuorli d'uovo

4 n° uova intere

2 n° buccia di limone

Procedimento:

Bollire il latte con la scorza di limone.

Sbattere le uova con o zucchero, settaciare dentro la farina, mescolare bene.

Quando il latte bolle, aggiungere il composto preparato con le uova.

Mescolare bene attenzione che si attacca facilmente alla pentola e brucia subito, quindi fiamma molto bassa mescolare bene, fino a che non raddensa (se hai una sonda 65-70° è pronta)

Lasiare raffreddare, filtrare seci sono grumi.

Uso:

Farcire bignè o torte, con aggiunta di cacao e un pò di panna montata diventa un ottima crema di cioccolato a mettere nel bignè.

Tempo:


10-15 min









Scheda n.5

Aggiornata il 23/2/2006





 Nome ricetta:

Ganasc al cioccolato



Ricetta ideata e provata dallo chef  Alessandro Tannoia





        

Ingredienti:







Lt.1
PANNA BOLLITA
Kg. 0.800
CIOCCOLATO FONDENTE (MONTE ROSA PERUGINA)





Preparazione:



FARE BOLLIRE LA PANNA IN UNA CASSERUOLA

FONDERE IL CIOCCOLATO IN BAGNO MARIA

UNIRE IL TUTTO

CONSERVARE A 30° SE SI DEVE SERVIRE SE NO SOLIDIFICA





Finitura:

 Per tartelet ,tortini e decorazioni in un conetto di carta

Caratteristiche organolettiche:

Cremosa morbida con un retrogusto amaro

Tempo reale:

10 min.





 Info iscrizioni:


CENTRO POLIFUNZIONALE DON CALABRIA
Via San Marco, 121 - 37138 Verona (Verona)
tel. (+39) 045.818.41.11 -

 

Le mie considerazioni:

Anche se viviamo nel 2012 esistono ancora molte forme di abbandono famigliare, i tempi non sono cambiati da Marie-Antonin Careme.

Marie-Antonin Careme da sguattero, abbandonato dal padre, ultimo degli ultimi, è e sara sempre il migliore esmpio di Chef al mondo.

Buona Domneica a tutti

Chef Alessandro Tannoia.